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La Pasquella | l'antico rito propiziatorio dell'Epifania

tradizioni romagnole


dal 03 Gen 2024 al 31 Dic 2024

La Pasquella: l’antico rito propiziatorio dell’Epifania.
 
In Romagna, tra la notte del 5 e 6 gennaio, sopravvive ancora la tradizione della Pasquella: un’antica festa popolare di origine celtica legata alle date di “passaggio” del calendario agrario pre-cristiano. Secondo la leggenda, nel periodo delle dodici notti (tra il solstizio d’inverno e l’Epifania), le anime dei defunti tornano sulla terra e l’ultima notte, il 6 gennaio, si incarnano negli animali della stalla che dunque acquisiscono il dono della parola. Perciò i padroni, la notte dell’Epifania, la festeggiavano in casa e non come solitamente avveniva nella stalla (il luogo più caldo), poiché in quel particolare momento dell’anno la stalla era abitata dagli animali che tra loro parlavano e portava sfortuna ascoltarne i discorsi, specialmente se questi si lamentavano dei padroni. Nei giorni precedenti infatti, i contadini per scongiurare la mala sorte, tendevano a trattare particolarmente bene il loro bestiame!

I gruppi di musicisti e cantori itineranti, detti “Pasquaroli”, impersonificano le divinità tutelari e nella notte tra il 5 e 6 gennaio, vagano per la città portando il loro rito rurale di buon auspicio nelle case. Il rito consiste in una questua (nelle versioni religiose del canto, portano di casa in casa l'annuncio della venuta del Messia) attraverso la quale, in cambio di una calorosa accoglienza, i Pasquaroli portano alla famiglia protezione e buona sorte.
Le strofe della Pasquella rimandano infatti a valori benaugurali legati alla fecondità come al buon matrimonio, alle spose, alle gravidanze: qui torna l’elemento esoterico delle credenze più arcaiche, riguardante l’augurio di nuove nascite, attraverso le quali gli Antenati si sarebbero reincarnati.

Componimento e struttura del rituale della Pasquella:
  • IL PERMESSO: un membro si distacca dal gruppo e chiede sull’uscio, a quelli di casa, “se si vuole la Pasquella”;
  • L’ENTRATA: il canto inizia all’esterno con le formule di saluto, l’esortazione ad aprire la porta e la licenza di portare l’allegria in casa;
  • L’ANNUNCIO: il canto rievoca i personaggi e le immagini della Natività;
  • GLI AUSPICI: il gruppo rivolge ai componenti della famiglia motivi augurali di buon anno e prosperità; assumono rilievo le formule rivolte alle figure femminili della casa che si trovano in età fertile (giovani, fidanzate e spose);
  • LA RICHIESTA; il canto si chiude con la richiesta insistente e scherzosa di vino e doni alimentari, con espliciti riferimenti alle parti del maiale che nelle campagne veniva ucciso ritualmente in questa stagione;
  • LO SCAMBIO: il canto è sospeso per il brindisi collettivo e per accogliere (in una apposita cesta) i doni offerti dal padrone di casa; talvolta segue intrattenimento con altri canti e balli tradizionali, coi quali il gruppo riafferma la propria presenza ed intensifica l’azione di coinvolgimento;
  • L’USCITA: si riprende il motivo del canto con il ringraziamento ed il commiato (o, più raramente, le burle se non ci sono stati i doni).
[Fonte:riminisparita.it/la-pasquella]
 
Testo della Pasquella:

Riverititi lor Signori
con i canti e con i suoni
siamo qua la sua presenza
dimandare una licenza
di cantare in allegria
viva Pasqua Pifania

I Remagi dell’Oriente
con gran cuore fede ardente
lor si mettono in cammino
per trovar Gesù Bambino
son guidati da una Stella
viva viva la Pasquella

Nata roza (nella rozza) capanella
da una povera verginella
lor si mettono in camino
per trovar Gesù Bambino
son guidati da una Stella
Viva viva la Pasquella

San Giovanni il precursore
il suo Re il suo Signore
il gran fiume del Giordano
il battezzo (Lo battezza) di sua mano
o che festa è così bella
noi cantiamo la Pasquela

O che festa di amore
bella festa del Signore
che l’è nato nella guerra
fra il cielo e la terra
e siam sempre in compagnia
di Giuseppe e di Maria

In questa casa c’è una figlia
ben che sia da marito
le daremo un buon partito
e di una buona parentela
viva viva la Pasquela

Questa casa c’è una sposa
bianca rossa come rosa
e ridente come stella
Viva Viva la Pasquela

In questa casa c’è del tutto
del salame e del prosciutto
di salciccia e murtadela
viva viva la Pasquella

La Pasquela di purete
un po’ scarpegn e un po’ radece
un po’ d’erbi in te caldare
con do tre garneli ad sale

La Pasquela una volta a l’ane
un bicir ad voi(n) an av un dasì dane
fasì conte da butel via
e viva Pasqua e Pifania (due volte)


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Bellaria Igea Marina


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